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Ansia, cos’è e come curare gli attacchi d’ansia

Ansia: quando chiedere aiuto e come può aiutarti lo psicologo. Chiedere aiuto è il primo passo per curare attacchi di ansia, attacchi di panico e fobie.

Curare l’ansia

Se non riesci a gestire l’ansia e ti crea difficoltà in ambito famigliare, lavorativo, relazionale il primo passo è chiedere aiuto.

Per fissare un appuntamento presso lo studio di Biassono (MB) (il primo colloquio conoscitivo è gratuito), è possibile chiamare al numero 393.0389657 o inviare una mail a info@www.psicologoamonza.it (verrete ricontattati in brevissimo tempo). (In questa pagina puoi leggere come si svolge il primo colloquio)

Come posso aiutarti

Sono sufficienti pochi colloqui per alleviare uno stato di ansia che si ripercuote nelle attività di tutti i giorni.

Posso aiutarti a ricercare le cause che scatenano l’ansia, capire quali sono i bisogni inespressi e come nasce il turbamento.

Durante il primo colloquio gratuito valuteremo senza impegno la situazione e la possibilità di iniziare un percorso insieme.

attacco di ansia

Quando devo chiedere aiuto

  • Se avverto un senso di frustrazione e inadeguatezza cronico
  • se ho paura di morire, di ammalarmi gravemente, di impazzire, di perdere il controllo
  • se sento rabbia, nervosismo, irritabilità
  • se ho sfiducia in me stesso e nelle mie capacità
  • se avverto uno stato di preoccupazione continua ed ingiustificata
  • se ho difficoltà a concentrarmi anche quando non c’è fretta
  • se avverto palpitazioni, tensione muscolare, senso di soffocamento
  • se il mio corpo manifesta disturbi cutanei nei momenti di stress
  • se soffro di dolori gastrici, difficoltà digestive, problemi intestinali
  • se evito alcune situazioni, luoghi pubblici, affollati.. (centri commerciali, cinema,..)
  • se evito di guidare nel traffico, in presenza di gallerie..
  • se ho il terrore di insetti o animali, sangue, ferite, iniezioni..
  • se temo che possa succedere qualcosa di pericoloso a me e alle persone a me care
  • se, quando noto qualche nuovo segnale fisico, vado continuamente dal medico per farmi rassicurare
  • se evito di uscire da solo
  • se sono tormentato da dubbi e pensieri
  • se il mio sonno è irregolare
  • se ho paura del sesso
  • se devo continuamente controllare che le porte siano chiuse
  • se sono terrorizzato dal disordine e mi sento costretto a seguire sempre lo stesso ordine nel fare una cosa
  • se ho ricordi ricorrenti e intrusivi di un evento traumatico

Gli obiettivi della terapia sono:

  • imparare ad affrontare le situazioni stressanti
  • capire quali sono le cause che scatenano l’ansia,
  • l’analisi delle emozioni, dei segnali del corpo e dei pensieri ad essa connessi
  • riconoscere l’associazione tra i pensieri e i corrispondenti eventi ambientali
  • l’ascolto consapevole del proprio corpo e dei suoi segnali
  • favorire un atteggamento mentale non giudicante per considerare l’ansia come risposta di una persona più vulnerabile alle situazioni stressanti

 Ansia, i disturbi più comuni

  • Attaco di panico
  • Fobie: animali o insetti, temporali, altezze, acqua, sangue, iniezioni, ferite, trasporti pubblici, ascensori, tunnel, ponti, volare, guidare, luoghi chiusi
  • Fobia sociale
  • Disturbo OSSESSIVO-COMPULSIVO
  • Disturbo POST-TRAUMATICO DA STRESS
  • Disturbo ACUTO DA STRESS
  • Disturbo D’ANSIA GENERALIZZATO

L’Ansia diventa un problema quando è caratterizzata da:

  • intensità eccessiva rispetto alla difficoltà da fronteggiare
  • durata costante, ripetitiva e protratta nel tempo
  • sensazione di disagio e di sofferenza
  • ridotte capacità di concentrazione, memoria, efficienza personale
  • difficoltà nei rapporti sociali
  • difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane

Per fissare un appuntamento presso lo studio di Biassono (MB) (il primo colloquio conoscitivo è gratuito), è possibile chiamare al numero 393.0389657 o inviare una mail a info@www.psicologoamonza.it

(In questa pagina puoi leggere come si svolge il primo colloquio)

Se vuoi approfondire l’argomento potrebbe interessarti leggere questi articoli sull’ ansia e su come riconoscere un attacco di panico

Mindfulness, un primo assaggio: mangiare un acino di uva passa

Mindfulness non significa prestare maggiore attenzione, ma prestare attenzione in modo diverso, utilizzando tutte le risorse del corpo e dei sensi.

Consapevolezza, nota anche come presenza mentale o mindfulness significa prestare attenzione in modo diverso..come possiamo farlo?

Può essere difficile credere quanto sia limitata la nostra maniera usuale di prestare attenzione. Per dimostrarlo a voi stessi provate questo semplice esercizio, dedicandovi alcuni minuti.

uva passa

Mangiare un acino di uva passa:

  1. Tenere in mano: prendete un acino di uva passa e tenetelo sul palmo della mano; concentratevi su di esso immaginate di non aver mai visto un oggetto simile in vita vostra
  2. Vedere: osservatelo con cura e attenzione esaminandone il colore, la forma, le ombre…
  3. Toccare: esploratene la consistenza passandolo tra le dita.
  4. Annusare: portatelo vicino al naso, cercate di riconoscere qualunque aroma, odore e notate se, nel frattempo, avviene qualcosa nella vostra bocca o nel vostro stomaco.
  5. Mettere in bocca: posatelo in bocca senza masticare, notando soprattutto come ci è arrivato ( i movimenti precisi della mano e del braccio). Esplorate l’acino con la lingua.
  6. Assaporare: preparatevi a masticare osservando dove si colloca; poi date un morso e notate le semplici sensazioni generate dal gusto e dalla consistenza e di come queste cambiano nel tempo.
  7. Ingoiare: quando vi sentite pronti ingoiate l’acino, prestando attenzione all’intenzione di ingoiare mentre essa emerge.
  8. Seguire le sensazioni: mentre l’uva passa scende nello stomaco cercate di sentire ciò che rimane, di percepire le sensazione del corpo nel suo complesso.

Dopo aver mangiato l’acino di uva passa molte persone si rendono conto di non mangiare quasi mai con consapevolezza e  dell’enorme differenza con ciò che succede normalmente quando mangiano.

 

Che cosa potrebbe succedere se estendessimo l’approccio utilizzato nel mangiare un acino di uva passa alla nostra vita quotidiana?

Potremmo provare apportando consapevolezza ad alcune attività di routine come:

  • fare la doccia
  • lavarsi i denti
  • lavare i piatti
  • salire le scale

Questo permette di entrare nella modalità dell’essere, sapendo molto bene che cosa facciamo mentre lo facciamo e ci può essere utile per riconoscere quando operiamo nell’ambito della modalità del fare, con il pilota automatico inserito.

Provate questi semplici esercizi e, se lo desiderate,  condividete le vostre  impressioni.

 

 

 

 

Quando l’infelicità si trasforma in depressione

Possiamo affrontare in modo diverso la depressione? Sì, se pensiamo che il problema non è la tristezza in sé, ma come la nostra mente reagisce ad essa.

Depressione, è possibile prevenirla?

Il problema della depressione non è “non diventare tristi”, perché la tristezza è uno stato d’animo naturale, parte integrante della condizione umana, della quale non dobbiamo immaginare  di sbarazzarcene.

La depressione colpisce milioni di persone, si sta diffondendo sempre di più nei paesi occidentali ed un numero consistente di persone sperimenta un primo episodio già nella tarda infanzia o adolescenza. Ad intrappolarci sono le opinioni negative di noi stessi, che possono attivarsi nei momenti di infelicità e che trasformano una tristezza passeggera in depressione ed infelicità persistenti.

Alcuni esempi:

  • Nessuno mi capisce
  • Non valgo nulla
  • Sono così deluso di me stesso
  • Il mio futuro è desolante
  • Mi sento come se avessi contro tutto il mondo
  • Sono un fallito

Una volta che queste opinioni negative e severe di noi stessi si sono attivate, non soltanto influenzano la nostra mente, ma sortiscono anche effetti profondi sul nostro corpo, sulle nostre emozioni.

depressione

In che modo la depressione colpisce il corpo?

Si produce rapidamente una disregolazione delle nostre abitudini alimentari, del sonno e dei livelli di energia.

In alcuni casi non abbiamo più voglia di mangiare, in altri potremmo mangiare troppo; dormiamo troppo o facciamo fatica ad addormentarci; rimuginiamo di continuo sugli eventi della nostra vita e l’inadeguatezza delle nostre emozioni.

E come la depressione colpisce i pensieri?

Quanto già detto può influenzare il modo in cui valutiamo e interpretiamo le le cose che succedono intorno a noi, senza che ne siamo minimamente consapevoli. Il modo di pensare , basato essenzialmente sul tema dell’inadeguatezza e della mancanza di valore, può esaurire le nostre risorse e mantenerci intrappolati nella nostra infelicità.

Per comprendere questi meccanismi mentali, dobbiamo esplorare le emozioni ed il modo in cui reagiamo ad esse. Otterremo una visione più precisa del modo in cui i nostri stessi sforzi di reagire ci trascinano sempre più giù e di come sia ingiusto rimproverare noi stessi.

Capire che è una certa modalità della mente ad intrappolarci, apre la strada ad un modo alternativo per affrontare le emozioni e ci dà  la possibilità di trasformare il nostro rapporto con la depressione.